E se lo lo sviluppo delle NTI spingesse fino al limite della rottura tanto i processi di inclusione quanto quelli di esclusione? E se, così come accade per (quasi) tutte le cose di questo mondo, anche le innovazioni tecnologiche, nonostante rivestano una rilevanza decisiva nei processi che assicurano la crescita delle nostre società, avessero degli spiacevoli effetti collaterali?
L'idea, semplice ma forse non banale è che anche nel fantasmagorico mondo delle NTI ci siano luci e ombre.
Da un lato, potendo comunicare in tempi rapidi, accedere a risorse formative e informative a distanza, lavorare con più testa e meno braccia, il “catalogo” delle opportunità di partecipazione e di libera espressione che ciascuno di noi ha a disposizione diventa considerevolmente più ampio; come abbiamo visto anche nel capitolo precedente, abbiamo più risorse strategiche per fare scelte secondo autonomi criteri di giudizio, siamo più competitivi nello studio e nel lavoro, siamo più partecipativi.
Dall’altro lato e conseguentemente, chi non per propria colpa si ritrova fuori, impossibilitato a usare in maniera partecipata e autonoma i nuovi media, vede aumentare la distanza che lo separa da chi è integrato, si ritrova a fare i conti con uno svantaggio ulteriore.
Forse anche al tempo di internet la vera asimmetria da superare non è tanto quella, peraltro più supposta e sponsorizzata che reale, esistente tra coloro che utilizzano la rete, ma quella che si riferisce alle relazioni di potere operanti nella società reale, alle diseguaglianze da esse generate, ai meccanismi di accesso che di fatto ancora oggi impediscono ad una fetta molto significativa di persone di utilizzare la rete, e di farlo in maniera consapevole.
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